#4179
Installazione modulare
modulo cartone 10x18x20 cm (h x p x l)
2012
Spazio espositivo Limonaia, Lugano
Fotografie Alice Lorenzetti
Video di Margherita Cascio
Testo di Gaia Regazzoni
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>museoartelugano
Scatole di cartone accuratamente posizionate, in ognuna delle quali sembra che vi sia racchiusa un’idea, un desiderio, un pensiero, un proposito, un progetto, un ricordo, un’esperienza, una gioia o una sofferenza. Dalla sovrapposizione di queste, l’artista crea un’imponente installazione composta da 4179 involucri che, idealmente, rappresenta un “muro della vita”, una sorta di labirinto da scoprire o di rovina diroccata da visitare.
La mia arte non è glamour, non segue i repentini cambiamenti dettati dalla moda del momento. Io ho identificato, attraverso una ricerca coscienziosa, un linguaggio originale per condividere il mio vissuto e comunicare la mia interpretazione della realtà.
Di origini italo-portoghesi, nato a Lugano nel 1979, nel 2005 ho conseguito la laurea all’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como concentrando gli studi su discipline quali pittura, incisione, fotografia e scultura tessile.
Al periodo formativo nella città lariana è seguito un soggiorno quinquennale a Parigi, grazie al quale ho affinato l’arte della calcografia sperimentando, in particolare, con la stampa a colori. Nella Ville Lumière sono venuto a contatto con un ambiente artistico multiculturale che ha stimolato in me la ricerca di nuovi concetti volti ad allargare i miei strumenti cognitivi ed espressivi.
Per sviluppare un vocabolario esclusivo, traggo ispirazione dalla tradizione tecnica e storica dell’arte, oltrepassando i secoli (dal Quattrocento al Novecento) per riproporre una mia interpretazione attraverso varie forme: incisioni, pitture e installazioni.
Gli stili maturati differiscono e si adattano alla volontà che attinge dall’espressionismo (sia figurativo che astratto), dal futurismo, dal cubismo e dall’optical art, aggiungendo alle composizioni elementi propri come le bande di scotch o l’utilizzo di spray.
Quasi come un architetto o nella tradizione della prospettiva pittorica di Giotto – al quale guardo con grande interesse – il fil rouge della mia produzione è lo studio dello spazio attraverso una dimensione tridimensionale.
L’idea nasce dalla necessità di raccontare il mio viaggio della vita. Il risultato è una sorta di “micro-mondo artistico e utopico” un’interpretazione del rapporto tra arte, artista e osservatore. Questa parafrasi si palesa attraverso una visione frammentata, perché composta da elementi percettivi diversi, che al contempo assume significato nella sua totalità in quanto non esisterebbe se tutti gli elementi non fossero collegati fra loro.
In questo caso mi sono appropriato dello spazio architettonico della Limonaia trasformandolo attraverso nuovi volumi che io stesso ho elaborato e creato. L’aggiunta di un nuovo attributo, la luce fluorescente, consente all’artista – e al visitatore - di impossessarsi anche del tempo e di far vivere l’opera d’arte sia di giorno che di notte.